La Collina dei conigli . R. Admas
Cap.11 Pag.62 scialino

Nome latino: Carex pendula Hudson (=C. maxima Scop.).
Nome volgare: Carice maggiore.
Famiglia: Cyperaceae.
Descrizione: Perenne, alta fino a 150 cm

E’ una pianta che forma cespi alti fino ad un metro e mezzo, densi, avvolti alla base da guaine bruno-rossastre, reticolate. Le foglie basali, elegantemente ricurve al termine dello sviluppo, sono larghe quasi due centimetri. I fusti sono triangolari, robusti, taglienti, avvolti dalle foglie fino all’infiorescenza. Alla sommità di ogni fusto si trova una sola spighetta maschile generalmente eretta; le spighe femminili sottostanti, da due a sei, sono lunghe fino a quindici centimetri, regolarmente distanziate l’una dall’altra e pendule. I boschi igrofili, le ontanete, le rive dei rii sono l’habitat ideale di questa pianta bella e caratteristica, un tempo diffusa e comune in tutta l’Italia, ora più rara a causa della progressiva riduzione del suo ambiente naturale. Al pari di molte altre Cyperaceae anche le foglie della carice maggiore sono state a lungo utilizzate nel passato per impagliare.

  Pag.63 gufo bianco Una varietà di Gufo (Asio otus otus).Con tinte variabili dal fulvo-giallastro al bianco-grigiastro sul mantello, bianco-crema od ocra-rossastro sulle parti inferiori; disegno ovunque macchiato, striato e screziato di bruno-nero e grigio (macchie più pesanti sul dorso, più allungate e contrastate sul petto, sull'addome e lungo i fianchi)
    ermellino Lunghezza testa corpo 20-29 cm, coda 8-12 cm, peso 0,125-0,300 kg. Piccole dimensioni, corpo allungato e cilindrico, arti brevi, il maschio è più grosso della femmina. Dorso marrone rossastro con ventre bianco e punta della coda nera, dopo la muta il colore del pelo diventa completamente bianco; tale colorazione mimetica risulta molto efficace negli ambienti innevati.
  Pag.64 erba mazzolina
L’Erba Mazzolina è una delle graminacee italiane più comuni e più diffuse. Si può incontrare sia in pianura che in collina e in montagna (arriva a superare anche i 2.000 metri di quota) e non manca in nessuna regione italiana. E’ una tipica.abitatrice dei prati, soprattutto di quelli che vengono sottoposti a sfalcio periodico, ma si spinge anche in altri ambienti naturali o seminaturali, quali le siepi, i boschetti più luminosi, le radure e i pascoli. Non manca poi anche in situazioni più fortemente influenzate e condizionate dall’opera dell’uomo, come bordi di strade, argini di fiumi, parchi, giardini, aiuole e addirittura incolti. In ciascun luogo, la sua presenza non segue una regola precisa: a volte tende ad essere vistosa e spesso abbondante, a volte invece si disperde qua e là in maniera apparentemente causale, a volte infine si manifesta in modo fugace ed effimero. Quest’erba si può riconoscere bene da altre graminacee osservando come il fusticino (alto 50-120 cm) rechi sulla sommità alcuni esili rametti, ciascuno dei quali termina con un grumo di spighette ben addensate tra loro. Questi rametti (quattro o cinque in tutto) sono via via più corti man mano che si procede verso l’apice dell’infiorescenza. Ad inizio fioritura sono appressati al fusto principale e rivolti in alto, ma poi tendono ad aprirsi sui lati e a divaricarsi.
    zigolo giallo Lo zigolo giallo (Emberiza citrinella Linnaeus 1758) Lunghezza 16-18,5 cm; ala 8,5-9,2 cm; apertura alare 26-30 cm; coda 7,5-8 cm; tarso 19-20 mm; becco 11-12 mm; peso 24-34 g. Come gli altri Zigoli ha corporatura slanciata ed elegante, capo tondeggiante ben proporzionato e coda forcuta. Il maschio adulto ha color dominante sul giallo-citrino (testa e parti inferiori), dorso bruno rossiccio, con macchie brunastre, groppone rosso castano. Carattere tipico, ben visibile in volo, è il bianco delle timoniere esterne; la femmina e il giovane sono meno gialli e più maculati.
    nespoli

Il Nespolo del Giappone (Eriobotrya japonica (Thunb.) Lindl., 1821) è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosacee.

Esistono due differenti frutti che vengono indicati con il nome di nespola: il frutto di Eriobotrya japonica (nespolo giapponese) appunto che è quello ad oggi maggiormente commercializzato e conosciuto e il frutto del nespolo comune (pms: pocio). L'antico proverbio "Col tempo e con la paglia maturano le nespole" (ci vuole pazienza, occorre aspettare per vedere i risultati) si riferisce alle nespole comuni, già note in Europa dall'antichità. I frutti infatti non possono essere consumati alla raccolta, che avviene nel tardo autunno, ma vanno lasciati "ammezzire" in un ambiente asciutto e ventilato, (appunto sulla paglia) cioè rammollire e virare di colore dal marrone chiaro al marrone scuro.

I frutti del nespolo del Giappone, invece, sono gialli o ambrati, maturano in primavera o inizio estate e sono immediatamente commestibili.